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Inchiesta
Direttori sportivi si nasce o si diventa?
Non è facile rispondere a questa domanda. Serve un bagaglio importante di competenza e conoscenza del mondo del calcio che sia professionistico o si voglia lavorare nei dilettanti.
Poi se si ha giocato a calcio è ancora meglio. Continuare a vedere partite e documentarsi con attenzione, fa il resto. Serve superare un corso della FIGC della durata di 144 ore e superare un esame che ti consentirà di iscriverti all’albo dei direttori sportivi.
I segreti quali sono?
Abbiamo interpellato alcuni bravi direttori sportivi, chiedendo innanzitutto, visto che siamo in piena campagna acquisti, i colpi di mercato ed i segreti per le squadre per cui lavorano e le caratteristiche del mestiere del diesse.
“La squadra del mio Villafranca è stata costruita come volevamo e sono molto contento-dice Cristian Altinier ex giocatore professionista di Mantova, Hellas Verona, Benevento, Padova e Reggiana tra le altre, ora diesse del Villafranca-Con le nostre idee e possibilità. Una squadra con un età media piuttosto bassa. Vogliamo dire la nostra, nel prossimo campionato di Eccellenza. Per fare il direttore sportivo devi avere le idee chiare. Quello che conta a mio parere è costruire la giusta mentalità nel lavoro e credere in quello che si fa. Serve fermezza, conoscenza dei meccanismi che regolano il calcio e chiaramente giocatori sempre nuovi. Il diesse deve incidere, sulle varie figure che compongono una squadra e cercare di andare d’accordo con tutti. Il lavoro paga sempre ma va fatto molto bene”.
“Stiamo completando le ultime operazioni di mercato-afferma Antonio Minadeo ex ds del Legnago Salus ora al Lecco sempre in serie C-abbiamo confermato parecchi giocatori. Vediamo chi esce, che sicuramente verrà rimpiazzato da nuovi ingressi. Fare il diesse non è assolutamente facile. Devi conoscere tantissimi giocatori e scovare di continuo nuovi talenti. La concorrenza delle altre squadre è sempre fortissima e ti devi muovere con cautela e intelligenza. Molti vorrebbero fare questa professione, ma sono pochi che approdano in serie A. Serve tanta passione e non mollare mai, specialmente nei momenti più brutti e difficili.Costanza e voglia di arrivare sono gli ingredienti fondamentali per iniziare. E’ un lavoro privilegiato, ci sono si, tante opportunità ma trovare squadra non è semplice. Devi tenere duro ed andare avanti. In Italia c’è una grande selezione. Sono quasi 30 anni che bazzico nel mondo del pallone prima da giocatore e poi da direttore sportivo. Di questo mondo mi piace molto. Le trattative, i rapporti umani, costruire e portare a termine un progetto fatto bene. Poi i risultati ti fanno davvero decollare”.
La palla ora passa a Matteo Corradini della Virtus Verona di serie C che afferma:”Sono felice della campagna acquisti della Virtus. I nuovi arrivati sono quelli che volevamo. Abbiamo deciso di ringiovanire un pò, con un vigile occhio al bilancio economico, sempre importante. Stiamo costruendo con attenzione, la rosa della prima squadra con giocatori bravi che ci possono regalare quel salto di qualità, che in C è continuo. Bastano ancora tre arrivi. Stiamo trattando, in queste ore. Il mestiere del direttore sportivo? Direi bello, affascinante e difficile e complicato. Devi partire dal basso dalle giovanili ed i dilettanti se vuoi sbarcare tra i prof. Con umiltà, saggezza, costanza e perseveranza. Hai il telefonino sempre acceso e conosci un mondo di colleghi di altre squadre in Italia e all’estero. Chi vuole iniziare a fare il direttore sportivo? Cosa deve fare? Non pensare subito a lauti guadagni e metterci tantissima passione e applicazione e non contare i weekend con la famiglia, ma in giro a vedere partite. Devi farti occhio per vedere i ragazzi che possono fare al caso tuo. Il diesse prende un rimborso. Ogni anno si cresce. Porti avanti, tanti rapporti umani, anche fuori dal calcio ed ognuno di loro, ti regala qualcosa. I difetti? Mediare con chi compone la società per cui lavori. Non è facile, ti cadono addosso una valanga di critiche e pochi complimenti se vinci. Devi farti le spalle dure e grosse. Devi usare bastone e carota con tutti. Metterti in gioco e rischiare prima di tutti per cogliere nuove opportunità ed obiettivi”. Parla adesso Francesco Pietropoli nuovo diesse dell’Ambrosiana di Eccellenza:
“Sono molto soddisfatto delle persone che sono arrivate a Sant’Ambrogio. E’ per me molto importante il primo anno circondarmi di persone che mi aiutino a valutare certe situazioni nel migliore dei modi. Sono sicuro che tutti i nuovi arrivati aiuteranno i nostri giovani nel percorso di crescita e questo è stata per me la base per la costruzione della nuova rosa 2024 – 2025.
Non voglio fare proclami, ho solo due obiettivi per questa mia prima stagione:
Mi fido di ogni giocatore e sono sicuro che fino al 30/06/2025 daranno tutto per la maglia rossonera.
quali sono le difficoltà per chi inizi il lavoro del direttore sportivo ?
La difficoltà maggiore è stata senza dubbio coinvolgere e trasmettere la fiducia in me a giocatori ben navigati in questo mondo calcistico. Io sono dell’idea che non bisogna promettere mari e monti ai ragazzi. Poche cose semplici ma vere e rispettate. E’ così che giorno dopo giorno voglio conquistare i giocatori.
pregi quali sono? Difetti quali?
Il pregio del ruolo da direttore sportivo è quello che si parla sempre di calcio. Ci sono cresciuto col calcio in famiglia e per me è normalità parlare di calcio. Amo il calcio ma soprattutto amo i colori rossoneri dell’Ambrosiana. Darei tutto per loro e per il paese.
Il difetto principale invece è che bisogna essere bravi a pesare le persone. Tante persone che magari reputavi amiche sono le prime a cercare di fregarti o peggio a sparlare di te.
Ma tutto torna nel calcio e arriverà il momento di ognuno.
che cosa ti affascina di questo ruolo?
Mi affascina stare sul campo e cercare di far sentire professionisti i nostri giocatori. Io sono dell’idea che se si mette i giocatori a suo agio, loro saranno riconoscenti soprattutto in campo”. Via al nuovo diesse della Montebaldina Sona Unired di Prima categoria Daniele Reichnbach che sottolinea:
“Un direttore deve avere la massima fiducia del presidente della società per cui lavoro ed andare d’accordo.Io sono fortunato perchè gestisco la prima squadra ma altri devono gestire anche formazioni del settore giovanile. Cosa chiaramente assai complicata. Deve osservare il lavoro dell’allenatore con un continuo scambio di idee e concetti. Capire se la squadra sta andando bene con gli obiettivi della società e giocare un bel calcio, che non fa mai male. Divertimento per noi dilettanti e risultati che non possono mai mancare. Mi affascina la gestione di una squadra di calcio e le soddisfazioni che puoi trarre, nel corso della stagione sportiva. Da soli non si va da nessuna parte insieme si va lontano”. ( Nella foto Antonio Minadeo del Lecco di serie C ).
Roberto Pintore
Written by: redazione_sport
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